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(as of Feb 13,2021 18:10:28 UTC – Details)
Cos’hanno in comune professori di lettere, conservatori di musei, bibliotecari, giornalisti, musicisti e registi? Svolgono tutti mansioni “umanistiche” con strumenti “informatici”. La conclusione che se ne trae è che oggi, in un’era dominata dalla tecnologia, è divenuto difficile non pensare a tali professioni come il frutto dell’ibridazione fra umanesimo e informatica: da un lato abbiamo il vasto patrimonio culturale di conoscenze di tipo storico, filosofico, artistico e letterario tramandatoci da millenni; dall’altro computer, tablet, smartphone, e-book reader, wearable device, smart TV, giornali online, social network, musica e video in streaming, film d’animazione in 3D, videogiochi fotorealistici, ecc. Chi è, allora, l’umanista digitale? È forse quel soggetto che, pur avendo un background umanistico, utilizza i predetti strumenti per compiere il proprio lavoro, comunicare con gli altri e intrattenersi? Probabilmente, sì. Il presente studio prova a dare una definizione di informatica e di umanistica moderna, a raccontare quando e in che modo le due scienze sono in grado di allearsi, in quali contesti le ritroviamo ibridate e perché il connubio risulta vincente. Il testo, infine, è accompagnato da un ricco database contenente l’elenco completo dei corsi di studio in informatica umanistica/digital humanities disponibili in Italia per l’a. a. 2019-2020, cinque grafici e due mappe.