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(as of Jul 23, 2022 19:01:11 UTC – Details)
PREMESSA INTRODUTTIVA
“SII UNA LUCCIOLA NELLE TENEBRE” è una serie letteraria, che si inserisce nel panorama poetico post-strutturalista, neo-esteta e proto-cubista. Difatti, ciascun volume affresca un frammento ideologico, il quale esemplifica una specifica egoicità dell’io narrante. Pertanto, il mastice appaiante i volumi della racconta coincide con l’intento dell’autore di criticare l’ideologia, semplicisticamente intesa come “pretesa di detenzione della verità assoluta, plenaria”. Perciò, a tale scopo, come inquisitore delle certezze, eccelle il personaggio “Esposito Romano”.
Mediante l’influsso ideologico plurimo, verosimilmente consono alla formazione di un io maturo e coeso, Esposito, protagonista benché talvolta narratore in prima persona, manifesta durante la propria crescita prospettive molteplici inerenti temi salienti, quali: esistenza, amore, amicizia, diritti e doveri sociali, solitudine, filantropia.
La sintassi, con affinità all’orientamento ideologico, è camaleontica, costellata da un vocabolario che incede tra l’inusitato e forbito e il volgare e informale. Tale varianza linguistica è adottata affinché si enfatizzi la mutevolezza ascrivibile all’umana coscienza.
Sfumature dannunziane e dinamismo ispirato alla generazione beat poeticamente cadenzano una prosa sintetica, dove le trame sono tisiche, ridotte all’osso, cosicché il silenzio vinca il turpiloquio inverecondo del pleonasmo, e il lettore evinca intuitivamente il sentimento filantropico di un’umanità sofferente, per mezzo della tematizzazione della solitudine gitana e non, dell’omologazione collettiva e della routine claustrale che attanaglia l’umano vivere. Orbene, l’individualismo, nel comune infondere dolore animico, può siffatti non recidere ma congiungere il nascente con il suo procreatore, in ciò disuggellando l’attitudine teoretica, etica e teologica presente nella collana, similmente alla non conflittualità dinnanzi all’opinione antinomica, qualora l’antitesi venga assunta come denominatore comune per il fenomeno storicizzato dell’umanità conscia di sé, premessa per il suo disvelamento.
SII UNA LUCCIOLA NELLE TENEBRE, peraltro, si eleva a “opera totale”, giacché racconti, romanzi, dissertazioni accademiche e poesie scandiscono le sillabe procreanti un alfabeto alieno, distopico, un microcosmo fittizio dalla razionale (ivi l’applicazione del realismo macabro) finalità pratica. Infatti, sicché tutti i valori sono stati demistificati, non attraverso la ri-proposizione del vecchio monolite si intende erigere il valore morale della tolleranza, bensì, grazie all’interiorizzazione scettica. Quanto precede, innalza la presente collana a “itinerario mistico”, un percorso iniziatico propenso all’atarassia e alla pacificazione dell’umanità ventura.
Fruendo della triade: autore, voce narrante, personaggio; tre costanti sperimentano variabili che potrebbero persistere, dunque insistere durante la stesura dei volumi quali invariabili, oppure, svanire poscia l’opera in esame dacché frutto di Esposito Romano quale autore fantasticante in riferimento del proprio personaggio. Quindi, il confine tra reale e opera si affina, arrotando sempre di più gli spigoli conformemente al crescere della numerazione dei volumi.
Le illusioni con le quali il lettore incoccia calamitano in lui incertezza e perdizione durante la somministrazione dei vagheggi dell’autore, che ciclicamente de-costruisce le tre rispettive produzioni (auto-biografica, biografica e fiction), mesciando di fatto il verosimile con il reale in cerca di un’allucinazione che coadiuvi la sua realtà insopportabile. Per di più, questa condotta escapista, forgiata dalla mano vergante di un autore che mesta la propria biografia con le avventure del suo personaggio omonimo, sobilla l’interiorizzazione della fluidità inafferrabile del vero nonché del reale. D’altronde, l’intera produzione sorge dal tentativo di rispondere al quesito “cos’è reale?”
Mediante l’influsso ideologico plurimo, verosimilmente consono alla formazione di un io maturo e coeso, Esposito, protagonista benché talvolta narratore in prima persona, manifesta durante la propria crescita prospettive molteplici inerenti temi salienti, quali: esistenza, amore, amicizia, diritti e doveri sociali, solitudine, filantropia.
La sintassi, con affinità all’orientamento ideologico, è camaleontica, costellata da un vocabolario che incede tra l’inusitato e forbito e il volgare e informale. Tale varianza linguistica è adottata affinché si enfatizzi la mutevolezza ascrivibile all’umana coscienza.
Sfumature dannunziane e dinamismo ispirato alla generazione beat poeticamente cadenzano una prosa sintetica, dove le trame sono tisiche, ridotte all’osso, cosicché il silenzio vinca il turpiloquio inverecondo del pleonasmo, e il lettore evinca intuitivamente il sentimento filantropico di un’umanità sofferente, per mezzo della tematizzazione della solitudine gitana e non, dell’omologazione collettiva e della routine claustrale che attanaglia l’umano vivere. Orbene, l’individualismo, nel comune infondere dolore animico, può siffatti non recidere ma congiungere il nascente con il suo procreatore, in ciò disuggellando l’attitudine teoretica, etica e teologica presente nella collana, similmente alla non conflittualità dinnanzi all’opinione antinomica, qualora l’antitesi venga assunta come denominatore comune per il fenomeno storicizzato dell’umanità conscia di sé, premessa per il suo disvelamento.
SII UNA LUCCIOLA NELLE TENEBRE, peraltro, si eleva a “opera totale”, giacché racconti, romanzi, dissertazioni accademiche e poesie scandiscono le sillabe procreanti un alfabeto alieno, distopico, un microcosmo fittizio dalla razionale (ivi l’applicazione del realismo macabro) finalità pratica. Infatti, sicché tutti i valori sono stati demistificati, non attraverso la ri-proposizione del vecchio monolite si intende erigere il valore morale della tolleranza, bensì, grazie all’interiorizzazione scettica. Quanto precede, innalza la presente collana a “itinerario mistico”, un percorso iniziatico propenso all’atarassia e alla pacificazione dell’umanità ventura.
Fruendo della triade: autore, voce narrante, personaggio; tre costanti sperimentano variabili che potrebbero persistere, dunque insistere durante la stesura dei volumi quali invariabili, oppure, svanire poscia l’opera in esame dacché frutto di Esposito Romano quale autore fantasticante in riferimento del proprio personaggio. Quindi, il confine tra reale e opera si affina, arrotando sempre di più gli spigoli conformemente al crescere della numerazione dei volumi.
Le illusioni con le quali il lettore incoccia calamitano in lui incertezza e perdizione durante la somministrazione dei vagheggi dell’autore, che ciclicamente de-costruisce le tre rispettive produzioni (auto-biografica, biografica e fiction), mesciando di fatto il verosimile con il reale in cerca di un’allucinazione che coadiuvi la sua realtà insopportabile. Per di più, questa condotta escapista, forgiata dalla mano vergante di un autore che mesta la propria biografia con le avventure del suo personaggio omonimo, sobilla l’interiorizzazione della fluidità inafferrabile del vero nonché del reale. D’altronde, l’intera produzione sorge dal tentativo di rispondere al quesito “cos’è reale?”
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<br><br> ASIN : B09P9MGFV7 <br> Lingua : Italiano <br> Dimensioni file : 2084 KB <br> Da testo a voce : Abilitato <br> Screen Reader : Supportato <br> Miglioramenti tipografici : Abilitato <br> Word Wise : Non abilitato <br> Lunghezza stampa : 266 pagine <br> Numeri di pagina fonte ISBN : B09P27DV59 <br>